Manaresi

La cantina Manaresi, dominante gli 8 ettari di vigneti aziendali radialmente disposti su 270 gradi, con vista su tutta la pianura, su Bologna e San Luca (fino alle Alpi nei giorni limpidi), sorge proprio al centro del podere sulla collina di Bella Vista, a Zola Predosa, nel cuore della zona classica dei Colli Bolognesi.
Il moderno stabilimento, avviato con la prima vendemmia 2009, è dotato di tecnologie di ultima generazione su circa 800 mq, parzialmente interrati sotto una casa rurale ristrutturata nei suoi volumi originari, limitando l’impatto visivo e garantendo così un ambiente ottimale per mosti e vini. Nella parte antica (del primo novecento), lasciata inalterata all’interno con i mattoni a vista e il pavimento in cotto, hanno trovato posto i locali per l’affinamento.La nuova cantina Manaresi punta da subito sul legame con il territorio, l’arte e la cultura: cantina come luogo sempre aperto di incontro e terreno di scambio e contaminazione interdisciplinare. Non a caso, Manaresi: come Paolo Manaresi (1908-1991), pittore e incisore, scelto da Giorgio Morandi come suo successore all’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Un grande artista del Novecento, nonno materno della conduttrice Donatella Agostoni, al quale è stata ‘intitolata’ l'azienda. La gestione agronomica e operativa, seguita in prima persona da Donatella Agostoni coadivuata da Fabio Bottonelli, si caratterizza per la ricerca costante dell'equilibrio del vigneto, senza forzature nè esasperazioni. Una filosofia che si ritrova in cantina e si traduce nell'obiettivo di ottenere vini eleganti e fini sopratutto con l'autoctono Pignoletto, come espressione del terroir più vero dei Colli Bolognesi.

Gestione agronomica e di cantina
Difesa integrata avanzata (agricoltura ragionata)

La viticoltura sulle colline di Zola Predosa ha radici millenarie documentate da più fonti.
L'azienda, in particolare, è già rappresentata esattamente con gli stessi confini e le stesse forme attuali da un cabreo del 1701 come ‘podere vidado’, denominato Bella Vista e appartenente all’epoca alla Parrocchia di Monte San Giovanni